Aloyse Cynthio de gli Fabritii – di Francesco Saba Sardi
All right reserved ©Aloyse Cynthio de gli Fabritii, Libro della origine delli vulgari proverbi, a cura di Francesco Saba Sardi, Spirali, 2007
Cenni storici di Aloyse Cynthio de gli Fabritii e del Libro della origine delli vulgari proverbi
Di Aloyse Cynthio de gli Fabrizii si hanno le prime notizie risalenti al marzo 1486 quando fu proclamato dottore in arti. Il 5 ottobre 1526 viene pubblicata la sua più importante opera Della origine delli vulgari proverbii che tutto il giorno si ragionano, da lui composta in molti anni di studio e di fatica. Il libro alla sua uscita suscitò vivaci polemiche per il suo contenuto irriverente e scabroso, tanto che la Repubblica di Venezia ne concesse solo una parziale pubblicazione. Il libro fu sicuramente letto fra il XVII e il XX secolo, tanto che ne abbiamo una traccia nella lettura di Benedetto Croce, ma in seguito alle rocambolesche vicende della censura, ne sono sopravvissute pochissime copie divenute oggetto di collezionismo. Oggi sono accessibili le copie originali delle pubblicazioni cinquecentesche nella Biblioteca Trivulziana di Milano e nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Da Dante in poi, Cinthyo appartiene a una gloriosa schiera di autori in cui la letteratura italiana ha toccato un vertice di straordinaria inventività e ricchezza linguistica e narrativa che coincidono con l’apparire di un nuovo mito, di un nuovo atteggiamento verso la vita sulla terra. Il periodo è quello del transito dal Medioevo al Rinascimento. La lingua di Cinthyo, che scrive in volgare, è un prodigioso laboratorio di dialetto, lingua colta, latino e neologismi a sfondo grottesco, ragione quest’ultima che fece finire l’opera nelle maglie della censura.