Vagando per le stanze lassù nella magione
la notte nera di gufi respirava dal bastione
lei vide sulle mura una grande macchia rossa
dalle sembianze umane e rimase molto scossa
Aiutami Re del fuoco, sono la Dea del mare
La figlia mia adorata si vuole smacchiare
Togliersi le gocce che la fanno tanto bella
Cancellare il suo guizzo, la sua scintilla
Si avvicinò pian piano, chi sei tu,
sei un uomo o una magia, non lo capisco più
lui si voltò, era un uomo, dalle mani di abete odoroso
i denti di conchiglia, di oceano ondoso
era rosso cremisi, né per imbarazzo né per timidezza
un rosso mai visto, lucente di bellezza
Dal profondo del cratere, dal fuoco, dalla lava
Dal crepitio del magma, dalla terra che tremava
Forgiato incandescente hai inviato tuo figlio
Il blu degli abissi e il rosso vermiglio
ma tu sei a colori, se è un sogno che non mi svegli più
tu sei tutto rosso e io a pallini blu
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Di fiamme e puà. Poemetto ©Disegno di Franklin Candelario |