Raggirotondo/ballata – di Mariangela Venezia
All rights reserved© Mariangela Venezia
Atterra ruotando leggera leggera
Pulviscolo acceso di luce e di sera
In testa un groviglio di semi di mela
Copritela, presto, qua sotto si gela
Arriva da Urano esclamano in coro
Profuma di agosto, di sale e di alloro
Ha fatto un bel salto girato di lato
Ha spinto ha gridato in un tuffo avvitato
Ancora a occhi chiusi non piange e bisbiglia
Nessuno capisce c’è un gran parapiglia
Scombinano carte gli astri del cielo
Nessuno sa dire dov’è piantato quel melo
È un melo straniero, un melo lontano
È un melo bugiardo dal frutto gitano?
O ondeggia nel campo laggiù oltre il fiume,
e i falchi grillai ci nascondono le piume?
L’ha fatta una ninfa, sostiene il vicino
Una ninfa argentata e un mostro marino
La vedi che brilla al chiaro di luna
Le vedi le squame sotto la chioma bruna
Ma no cosa dici, interviene il barbiere,
l’ha fatta una quercia e un giovane bersagliere
in una sosta di sete tra corse estenuanti
in un abbraccio di resina a inseguire briganti
Non so dice il sindaco, ma questa è follia
Vedrebbe anche un cieco che è figlia mia
Ha il sangue di seta, ma insomma è un dettaglio
Non credete a chi dice che è dell’ammiraglio
In un viaggio incantato tra le spume del mare
In un abisso di suoni e di acque chiare
Affondando felice col suo bastimento
Si unì in un amplesso col sole e col vento
E danza nell’aria il seme di mela,
raccogliendo storie da telenovela
si è incastrato negli occhi e ha fatto un germoglio
per poi perdersi ancora tra il rancore e l’orgoglio
Ma il senso del dire è un racconto a sua volta
È il gioco inventato di una vita stravolta
E che il melo sia di uno o sia il melo di tutti
Che l’amore non secchi, l’amore dia frutti.