Flu-Riflu – di Lisa Rampilli
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La mia casa si potrebbe definire un anfibio, è poggiata su palafitte e sta all’asciutto per un breve periodo.
Riemerge solo quando il mare si ritira. A quel punto entra a fare parte di quella natura “intertidale” assieme a tutti gli altri organismi viventi di quell’ecosistema. In questi casi, rimangono residui di plancton tra le fessure del parquet, larve di crostacei si attaccano lungo le pareti.
Quando è alta marea, per venirmi a trovare, bisogna scendere, si può imboccare una lunga serie di gradini scivolosi: non è semplice perché manca la forza di gravità e di conseguenza è difficoltoso camminare, si impiega molto tempo.
La sensazione di discesa è strana, ricorda un po’ una storia ben nota dalle mie parti: un pescatore, non si sa come, si ritrovò a scendere nel regno delle foche. Venne condotto a corte al cospetto del re foca, e le pareti del suo palazzo erano cosparse di conchiglie, pietre preziose, coralli e ricci di mare.
Ecco, non posso paragonare casa mia al palazzo del re delle foche, non mi sognerei mai di aspirare a tanto, ma anche le pareti della mia piccola dimora sono costituite da agglomerati di fossili, schiacciati e pressati tra loro.
L’ingresso è un po’ buio perché sott’acqua, e soprattutto sotto gli scogli filtrano pochi raggi, ma non fatevi ingannare dalla cupezza del corridoio d’entrata, che tra l’altro ha un pavimento meraviglioso. scacchi a losanga bianchi, neri e grigi.
Vi accoglierà il mio maggiordomo. Il varano, Dragone della Malaccca. Ha uno sguardo dolce e se gli si accarezza la fronte, con un colpo di coda vi farà strada.
Eccoci finalmente nel mio appartamento. Non è molto grande, ma ho tutto quello di cui un pesce-ragazza ha bisogno. Un comodo letto, coperte ben calde, un tavolo per scrivere e due armadi capienti. Posseggo molti souvenir. Viaggio molto e ho bisogno di sistemarli e proteggerli dalla salsedine.
Poi il salottino, sedie disposte a cerchio, e uno specchio sulla parete in fondo. Quelle piume che si scorgono sul muro di fronte a voi mi sono state portate da jugol, un cane nero meraviglioso. Durante la sua giovinezza era un mago nell’acciuffare i gatti: gli metteva una zampa sulla schiena e gli diceva “o la borsa o la vita”. Quando mi portò quelle piume era il periodo in cui facevo grandi cene. Invitavo ogni sorta di creatura proveniente dal mondo terrestre. Chi arrivava su un tappeto volante, chi preferiva prendere gli scalini di cui vi ho parlato inizialmente.
Ecco, quelle piume mi ricordano quei simposi.
La mia casa è il rifugio di molte specie, chiunque oltre a me e ai miei amici volesse avere un posto tranquillo in cui scrivere, bere un pastis, o fumare un narghilè, è ben accolto. Basta scendere quei gradini o se si preferisce, prendere un tappeto volante.