Natalia Valeeva/Il tiro con l’arco – di Barbara Fontanesi

All rights reserved©Barbara Fontanesi
All rights reserved©Natalia Valeeva

Natalia Valeeva

Natalia Valeeva

Barbara Fontanesi: Natalia Valeeva è nata in Moldavia, è campionessa olimpionica di tiro con l’arco, ha compiuto imprese straordinarie vincendo gare molto prestigiose nei Campionati del Mondo della sua disciplina sportiva. Un carniere di medaglie glorioso e ricco di soddisfazioni personali.
Quando sei partita dalla Moldavia per iniziare il tuo viaggio da Est verso Ovest?

Natalia Valeeva: Sono arrivata in Italia nel 1997, ho sposato l’ex arciere della squadra italiana, Roberto Cocchi. Ci siamo conosciuti nel 1990 sul campo di gara internazionale in Giorgia.
Allora, è stato molto difficile prendere la decisione di mettermi in viaggio, di spostarmi in un’altra nazione, di andare in un paese straniero così lontano, ma l’amore mi ha dato una mano, mi ha fornito la spinta per partire, e ora, mi sento fortunata ad avere la mia famiglia (abbiamo tre bellissimi bimbi) e allo stesso tempo potere continuare a praticare la mia passione del tiro con l’arco.

Barbara Fontanesi: L’arco è uno strumento antichissimo, tanto antico che gli uomini lo utilizzavano già nel Paleolitico. L’arciere, l’arco e la freccia compaiono in tutte le culture con significati
di regalità, di potenza, di collegamento con il divino. Simboli legati alla solarità e alla decisione. Inoltre, l’arco rappresenta la tensione vitale, la freccia il baleno, il fuoco, la luce, la forza, l’armonia, l’alleanza, l’amore: Eros viene rappresentato con l’arco.
Dunque il tiro con l’arco è uno sport nobile, di cui si parla molto solo durante le gare olimpioniche, ma con il quale non si viene facilmente a contatto nelle cronache sportive. Quando hai incominciato a praticare il tiro con l’arco?

Natalia Valeeva: Non so di preciso, ma forse da sempre. Da piccola, come molti bambini, costruivo archi con i rami degli alberi.
Durante il periodo sovietico era consuetudine che moltissimi allenatori di diverse discipline sportive andassero nelle scuole per divulgare la cultura dello sport, e ci raccontavano cosa esso rappresentava e la sua importanza, e conseguentemente ci facevano provare tutti gli sport affinché potessimo scegliere quello che più ci piaceva. Ho provato la ginnastica sportiva, l’atletica leggera, il tiro a segno, il calcio e il tiro con arco. Ho scelto il tiro con l’arco perché per me era molto bello, e in più nel nostro club, dopo ogni allenamento di tiro ci facevano giocare a calcio, a rugby, a basket e pingpong. Era davvero molto divertente fare gli allenamenti, perché era una pratica multi- sport con il focus sul tiro.

Barbara Fontanesi: Molti hanno letto i testi zen che fanno riferimento al tiro con l’arco. Secondo questa teoria per raggiungere il bersaglio occorre dimenticarsi de se stessi, dimenticare il proprio io e identificarsi totalmente con l’arco e la freccia, fino a sentire il bersaglio. Ma ovviamente, questa è una delle teorie fra le tante. Tu come raggiungi la concentrazione, la tranquillità necessaria per colpire il bersaglio?

Natalia Valeeva: Per me è molto importante, anche adesso, per continuare a tirare senza problemi, lavorare sulle articolazioni, infatti, pratico attività fisica specifica finalizzata per il tiro, come, per esempio, eseguo esercizi di aerobica e allenamento con i pesi.
Per raggiungere la tranquillità ed eseguire il tiro zen… occorre raggiungere un grado assoluto negli automatismi del gesto che sono conseguenza dalla tecnica e dall’esercizio… senza automatismi non riuscirai mai ad avvicinarti allo stato zen nello sport…quando tutto scorre armonicamente in direzione giusta senza intoppi.

Barbara Fontanesi: Com’è la giornata dell’arciere Natalia Valeeva, che è riuscita in modo eccellente a mettere assieme impegni sportivi e famiglia?

Natalia Valeeva: La mia giornata di adesso è molto diversa da quando ero single e non avevo la famiglia.
Quando ero ragazza il tiro stava al primo posto nelle mie priorità, e io ero concentrata solo sul tiro con l’arco e sugli allenamenti di mantenimento fisico. Tutta la mia vita ruotava intorno alle gare da preparare.
Ora, con tre figli (Stefano di 13 anni e gemelle Sofia e Victoria di 7 anni), la mia giornata è piena di impegni di ogni genere: quelli di atleta, di madre, di moglie e anche di casalinga.
Ho dovuto scegliere di dedicarmi alle cose indispensabili: lo sport e famiglia e abbandonare quelle facoltative, altrimenti… non sarei riuscita né fisicamente, né mentalmente a fare tutto.
In questa mia decisione ho la fortuna di ricevere aiuto e sostegno dalla mia famiglia e dalla Federazione, perché mi permettono di continuare a seguire e praticare la cosa che amo, cioè tirare con l’arco. E non importa che parlino poco dello sport del tiro con l’arco in tv, come invece, capita per il calcio. Quello che importa davvero per me è che pratico lo sport che mi piace e che vinco le gare importanti, come i campionati italiani, europei e mondiali, importa che raggiungo i record mondiali… questa è la vera soddisfazione, quella di fare sport e avere le conferme delle grandezza dei miei sogni attraverso le mete che riesco a raggiungere.

Barabara Fontanesi: Grazie Natalia per la bellissima testimonianza.