Residui metamorfici – di Renato Trusso
Residui metamorfici
Pleura
Albero della vita
Il mio lavoro artistico parte originariamente dal fascino che mi procurano da sempre i relitti alieni nel loro esprimere la forza di strutture indistruttibili. L’osso, la fibra del fico d’india, le pietre pomici, le lattine di scarto stanno ad indicare simbolicamente l’indistruttibilità della materia; quella materia viva che si fa occasione del dire all’infinito e mai potrà essere ricondotta alla concezione della scatoletta-lattina metafora del limite.
Ferita
Ossa abbandonate dalla corrente del mare sulla spiaggia, levigate dal sale, sbiancate dal sole. Gli ossami, a volte lisci altre volte porosi, diventano per intervento del tempo e degli agenti atmosferici nell’artificio artistico una materia altra: un oggetto antico e insieme organico, pietrificato come un sasso o una roccia che raccoglie in sé il mutamento della vita in ancora vita, ovvero l’arte nel manifestarsi dell’opera.
Nell’artificio la combinazione improbabile degli elementi inventa associazioni assurde, talvolta impercettibili, come in Ossa in scatola, dove due femori ignoti paiono smisurati e fuori scala rispetto alla lattina in cui non potranno mai essere contenuti e sigillati.
La superficie bianca del quadro fa da sfondo come punto vuoto, la parentesi in cui si insinua il silenzio e la percezione.
Ossosauro
Ossobuco
Ossa in scatola
Eclisse
Cervello suonato
Energia