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Nuvole, Francesco Muscente
Fumo: tutti sanno cos’è, o forse credono di saperlo. Perché il fumo è una cosa-non cosa che implica tutto un mondo.
Fumo: prodotto dagli uomini o dalla natura; dagli animali, dai vegetali, dalle formazioni geologiche.
Fumo: utile o dannoso?
Fumo: Segno, ma comunque sempre evanescenza, l’abilità e – dunque – evasione, sogno, gioco, meditazione, estasi, a volte incubo; il fumo è un’entità inesauribile.
Visioni
Fumo: una sostanza, una materia concreta ma insieme astratta.
Fumo: dal latino fumus, a sua volta dal greco thymòs, animo e respiro.
Fumo: come dolcezza, svago, serenità, riposo, tempo libero, momenti di piacere; ma anche come violenza: dove c’è il fumo c’è il fuoco.
Fumo: punto di partenza di mille associazioni, fantasie, metafore e simboli.
Che il primo accostamento che la parola suscita sia quello di produrlo bruciando foglie di tabacco, almeno nel mondo occidentale, è innegabile. L’imponente crociata scatenata contro il tabacco ha in qualche misura ghettizzato i fumatori, quasi novelli untori della fine del Ventesimo secolo.
Se il fumo si produce ricorrendo a sigarette, pipe, sigari e narghilè; se attorno a questo mondo di essere del fumo si è creta un’oggettistica, un universo di considerazioni, divieti, esortazioni, proteste, trattati, lodi, poemi, è perché l’idea del fumo ha sempre colpito la fantasia dell’uomo. Impossibile restargli indifferenti, il fumo è una costituente fondamentale del nostro vivere quotidiano. Il tabacco assicura un piccolo “volo magico”. Che rischia di non esserci più o di diventare di assai difficile accesso. È in corso una crociata contro il fumo e le libertà conculcate, vietate, si trasformano spesso e volentieri in protesta.
India, fumatori
Vietato fumare: parola d’ordine nella quale ci imbattiamo di continuo. Fumare non è politically correct il fumo è preso di mira come lo è oggi, la fantasia. Non che sia proibita: è sottilmente inibita in vari modi. Non bisogna perdere tempo. Fast food e antifumo vanno a braccetto. Il fumo è dichiarato non produttivo ma, e vale la pena di ripeterlo, il fumo d a tabacco è solo un aspetto – un “accidente” come avrebbero detto gli antichi filosofi del fumo in generale, dell’idea platonica del fumo.
Il fumo è una presenza, idolo, demone, manifestazione benefica o malefica. Al punto che sarebbe possibile darne una definizione esauriente, trattarlo come un oggetto, o un fenomeno qualsiasi.
I vocabolari se la cavano – in apparenza – definendolo un prodotto gassoso della combustione. Riduttivismo spicciolo: il fumo, infatti, non è solo frutto di combustione. C’è quello emesso da animali terrestri e marini, da quadrupedi e da insetti. Migliaia di animali spandono nell’aria quei fumi detti feromoni con i quali la femmina richiama il maschio e il maschio seduce la femmina.
Il fumo è fugace, effimero, è sostanza che si dissolve immediatamente, che scompare. Ma non sempre, il fumo dei pesci affumicati, dei formaggi, e delle carni, persino dei whisky torbati, si fa sapore. Comunque il cibo “cotto”, il cibo “civile” è il risultato di fuoco e fumo.
FUMO COME INCONSCIO
Essendo quasi impossibile racchiudere il fumo in una definizione sintetica, omnicomprensiva, il fumo si propone di organizzare una spedizione nell’ “universo fumo”. Terra ignota dalle mille facce, e ignota soprattutto per una ragione: il fumo parla all’inconscio e non soltanto alla sfera conscia. Affrontare l’argomento fumo in maniera così immediata equivale a toccare un tabù. Il fumo è inscindibile dal fuoco e dall’acqua, come lo è la vita universale dall’interiorità umana. Nelle mitologie il fumo è ultraterreno, è il regno degli spiriti; come fumo esce il genio dalla lampada di Aladino; la parola “soffio” con cui il dio creatore dà vita agli esseri, in aramaico vuol dire “fumo”. Il mondo è fatto di fumo: la realtà è insondabile e nessun simbolo come il fumo potrebbe significarlo con maggiore eloquenza.
FUMO E FUMATORI
L’arte di fumare il tabacco è in qualche modo rivalutata dalla letteratura contemporanea, quasi alla riscoperta di ciò che avveniva ancora pochi decenni fa, quasi sulle ali del cinematografo che, in sale in cui il fumo è vietato, continuava a somministrare immagini con fumatori. Non ci sono soltanto i cento e cento modi di portarsi alle labbra quello che lo Zeno di Svevo definiva il “veleno” (e del quale non poteva, e soprattutto non voleva, fare a meno), dalle briciole di tabacco dentro una cartina, alla foglia avvolta in forma di ghiotto, maestoso sigaro padronale, alla pipa pazientemente intagliata nella radica, col fornello scolpito nella schiuma di mare, e molti latri modi di piacevolmente “intossicarsi”: c’è anche tutta la sfera dei concetti, idee, allusioni, che nel fumo hanno la propria genesi e che percorrono la virtù nell’incenso e il vizio nel tabacco.
Foglie di tabacco
Si fuma da tempi immemorabili, com’è comprovato da reperti preistorici, ma il tabacco lo si fuma solo da pochi secoli e in certi ambiti e solo da tempi relativamente recenti esso è diventato il perno di interessi economici di dimensioni mastodontiche.
Il calumet dei pellerossa “andava”, più che a tabacco, a radici e foglie di salice rosso, con l’aggiunta di “erbe magiche”; quelle stesse che, tra gli indios dell’Amazzonia compongono il miscuglio del Kaapi. Certe sostanze elettivamente si sono fumate e si fumano.
Alce Nero,nativi americani
L’inesauribilità dell’argomento “fumo” è rilevata anche da suffumigi con cui si curano parecchie malattie, non solo polmonari, e dal fatto di venire usato da millenni, sotto forma di esalazioni da fessure terrestri, per “illuminare”, e basti citare la Sibilla Cumana e la Sibilla Delfica.
ARTICOLAZIONI E DECLINAZIONI
Sono svariate le “categorie” riguardanti il fumo: fumo come sostanza e sue utilizzazioni e conseguenze; fumo come metafora, simbolo e sogno; fumo come prodotto naturale, estetica del fumo, piacere del fumo, socialità del fumo.
Per quanto riguarda le utilizzazioni, basterà pensare all’uso mimetico (barriere di fumo), fumi tossici, gas asfissianti, gas fumogeni e lacrimogeni, questi sono altri aspetti del fumo anche se negativi.
Fumo e medicina: un altro ineludibile capitolo. Ancora: la storia del tabacco, la sua origine, l’accoglienza che ha avuto in Europa, il significato religioso che ha presso molte culture, gli interessi coltivati alla coltivazione e alla lavorazione del prodotto, alla sua distribuzione, alle marche, le industrie che producono articoli per fumatori, tanto che non potendone fare una pubblicità diretta il divieto è girato in molti modi attraverso più che ragguardevoli investimenti finanziari.
Suffumigiinalazioni
Ci sono inoltre quei settori non direttamente collegati al “vizio”, quali l’oggettistica antica e nuova, preziosa o di massa, quale i fiammiferi, gli accendini, i posacenere, le tabacchiere e via dicendo.
Tabacco e oggettistica
Esiste anche un settore, in ambito medico, che si occupa principalmente del fumo che sta diventando una specializzazione a se, fino alla trovata della sigaretta elettronica come rimedio che è risultata essere inefficace di dubbia salubrità.
Non possiamo dimenticare inoltre i famosi personaggi che hanno avuto o che hanno a che fare col fumo, da Churchill, a Fidel Castro, da Kennedy a Toro Seduto, a Lord Brummel e agli imperatori della Cina. Pablo Picasso non solo fumava, ma affermava che «Fumo e pittura sono tutt’uno».
Pablo Picasso
Ci sono poi le vicende storiche, dal proibizionismo iniziale alle guerre dell’oppio e alle conquiste coloniali. Nei Caraibi, per esempio, si passò all’economia dello zucchero a quella del tabacco, come in altri paesi si è passati dalla cultura del riso a quella, ben più redditizia, di sostanze meno “sane”, ma che comunque si fumano.
L’oppio in letteratura
IL FUMO COME METAFORA
Questo è un capitolo vastissimo e il perché è evidente: l’impalpabilità, tutto ciò che non si può spiegare, che tanata parte ha nella sfera emozionale umana, ricorre all’immagine del fumo, alla sua evocazione, per lo più sottolineandone la leggerezza, la volatilità, la futilità.
Dio una persona i può affermare che sia “tutto fumo”, che “vende fumo”, che “ ha mandato in fumo un matrimonio”; “un uomo pieno di fumo” è un borioso, un presuntuoso.
Ci sono poi i “fumi del vino”, i “fumi dell’ira”, i “fumi dell’ambizione”, “qui si sente il fumo di qualcosa” metaforizza il sospetto “molto fumo e niente arrosto” sta a indicare un’assenza di concretezza. Molto alla moda è diventato il termine giuridico di “fumus persecutionis”. Sono tutte espressioni dietro le quali stanno particolari atteggiamenti psicologici.
Di fronte all’inesprimibile, all’estrema difficoltà di designare un carattere, è addirittura ovvio il ricorso all’insostenziabilità del fumo.
IL FUMO IN NATURA
Solo pochi esempi: in astronomia vengono dette “fumo interstellare” quelle formazioni di gas che riempiono gli spazi cosmici tra stelle e costellazioni.
Di fumo sono fatte nuvole e nebbie.
Scighèra milanese
Fumi esalano da formazioni geologiche, in primo luogo dai vulcani.
Veduta del Vesuvio
Come fumo sono interpretate le cortine di polvere che si levano al passaggio delle mandrie.
Il fumo degli incendi spontanei (foreste, savane) ha notevoli conseguenze ecologiche sulla fauna e sulla flora. Rientrano nella categoria anche le conseguenze fisiche di emissione umana di fiumi, il loro accumularsi nell’atmosfera, i cambiamenti climatici che possono provocare.
ESTETICA DEL FUMO
La perfezione visiva, olfattiva, gustativa, e tattile del fumo richiama a case, camini, focolari, preparazioni culinarie; e richiama anche a fuochi d’artificio, alla festa, ai falò, che segnano cerimonie e danze.
Alla parola estetica, in questo contesto, va attribuito un senso molto ampio. “Disporre” del fumo significa, senza dubbio, impedire che esso invada la casa e quindi progettare, utilitaristicamente, cappe, comignoli, stufe, contenitori per ceneri, ecc. Sono tutti elementi che arredano, abbelliscono e caratterizzano la dimora umana.
Le strutture e gli strumenti che producono fuoco e fumo implicano molte altre cose del pari attinenti al gusto: scelta della legna o di altre sostanze combustibili e i sentori che ne derivano. Il focolare è inoltre il centro della convivialità, dunque della scelta dei cibi e delle bevande. Mensa significa conversazione rito, che questa abbia come sede la cucina contadina, la taverna, la casa moderna, il ristorante, la tavola cinese, in mezzo alla quale fuma la “pentola mongola” in cui ciascuno prepara la sua fonduta.
Fumo non significa solo odore e sapore. È importante, forse non più in occidente, la forma che assume il fumo levandosi dal combustibile. Da essa si traggono presagi e può essere anche indicazione di successo o insuccesso (fumata bianca o nera nell’occasione dell’elezione dei papi).
Fumata bianca, elezione Papa
ALTRI SIGNIFICATI DEL FUMO
Il fumo invita alla meditazione. Si può seguire una nuvola, un anello di fumo ed abbandonarsi alla fantasticheria.
Il fumo evoca memorie.
Il fumo significa viaggio: navi, treni, terre lontane.
Significa leggerezza, inganni, futilità, mode, e anzi soprattutto mode (si fuma secondo certi criteri, obblighi, imposizioni), significa, ed è importante, giochi e rituali di ogni genere.
Un ben noto termine gastronomico è “fumetto”, assolutamente insostituibile, che è sapore fattosostanza, il concentrato dell’ “anima” commestibile.
Il perfume inglese contiene fume, e fumo è presente in profumo italiano, in parfume francese e in parfum tedesco.
All’idea della leggerezza del fumo, della sua consistenza-inconsistenza, si rifà il fumetto in quanto cartoon: fondamentale invenzione che ha permesso di visualizzare sia il dialogo che i pensieri, realizzando l’antica aspirazione della “parola visiva”.
Andrea Pazienza, Frigidaire 1980
Non si dimentichi il fumo come seduzione, peruasione e preghiera. Non soltanto “lei” nascosta dietro un velo di fumo che la rende ancora più misteriosa, non soltanto smoke gets in your eyes come momento di emozione/commozione, ma anche fumi di sacrifici che salgono agli dei per ottenere il favore. Per l’incenso in tempi antichi si organizzavano spedizioni; sarebbe concepibile un tempo indiano, cinese o birmano senza l’incenso? E cosa sarebbe una chiesa cristiana senza il profumo di ceneri e incenso?
C’è il fumo che scaccia gli spiriti maligni e c’è il fumo usato dai maghi per evocare spiriti tanto benefici quanto malefici.
Il fumo è uno “spreco”: il tabacco va in fumo, la legna brucia e sparisce, si trasforma in materia impalpabile. Ma il fumo è anche produttivo, aguzza l’ingegno, sprona la fantasia, distende i nervi. È fratello, o per lo meno amico, del vino e di altre sostanze dai piacevoli effetti. Ed è, oltretutto, un possente scacciapensieri.
Schiuma di mare