Se le parole tendono alla loro neutralità, il percorso è intenso e pacifico: puoi ordinare pigmenti verdi, pigmenti gialli, andare… perché ascolti e fai.
Se la “A”, ad esempio, si screpola – se la sua neutralità è turbata – allora può accadere di fermarsi.
Se al neutro, che è pieno di tutto, sottrai un punto per impossessartene, come se fosse una tua idea, crei un’inquietudine, e quel neutro che tutto avvolge – quelle voci che scorrono e ti fanno andare –, per te, si arresterà.
Quando vuoi possedere, in realtà, sottrai e crei uno scompiglio. Possedere non è aggiungere, possedere è sottrarre. Ma questo non è interessante.
Interessante è solo l’autentica neutralità che con la vita onirica riesci a percepire.